A chi piace il panettone?

A chi piace il Panettone?

Natale – si sa – è regali sotto l’albero, occasione per riunioni di amici e parenti e trionfo di tavole imbandite. La tradizione vuole la presenza di alcuni piatti rispetto ad altri nei tre giorni del 24 – 26 dicembre, che mutano a seconda della regione italiana in cui ci si trova: a base di pesce alla vigilia un po’ ovunque, a Trento si servono Canederli mentre il brodo di Natale a Roma diventa la minestra maritata di Santo Stefano nel napoletano… ciò che resta immutabile è lì, nel carrello dei dolci: il #Panettone. Che piaccia o meno, è immancabile una fetta accanto alle cartelle della tombola. La ricetta parla chiaro, gli ingredienti sono (con poche variazioni sul tema, la ricetta è fissata per legge): Farina di Frumento, Uova fresche, Burro, Lievito naturale, Zucchero, Agrumi canditi, Uva sultanina e un pizzico di Sale. Mentre nostro nipote seziona con cura la sua fetta di Panettone per privarla di uvetta o canditi, prendiamo la scatola del Panettone e leggiamo cosa riporta in etichetta… e, sorpresa… troviamo strane sostanze e sigle numeriche.

Facciamo un po’ di chiarezza.
Primo, più ingredienti troviamo, più la qualità del prodotto si abbassa. Il motivo è semplice. L’industria alimentare mira a produrre a basso costo e per farlo utilizza materie prime di scarsa qualità. Il risultato finale non sarà ovviamente buono, così affinché il gusto ci risulti “familiare”, andranno aggiunti additivi atti allo scopo.
Qualche esempio sulle materie prime. Le Uova freschissime, magari di categoria zero, biologiche, sono sostituite dal solo tuorlo d’Uovo… La Margarina e gli Oli vegetali – l’onnipresente Olio di Palma – hanno preso posto accanto al Burro. Lo Sciroppo di Glucosio quello dello Zucchero. Per emulsionare l’impasto si usano anche mono e digliceridi degli acidi grassi. Non si salvano nemmeno quelli biologici, nei quali troviamo Lecitina di Soia o di Girasole. Lasciamo gli emulsionanti e passiamo agli Aromi: la maggioranza è di sintesi, è raro leggere Olio essenziale di Arance o di Vaniglia.
Il Panettone non deve solo costare poco all’industria produttrice, deve mantenersi anche inalterato nel tempo, il più possibile. E qui fanno il loro ingresso i conservanti, come l’Acido sorbico. Ecco cos’era quel E200. Probabilmente anche Uva sultanina e Agrumi canditi non sono privi di Anidrite solforosa. Probabilmente, perché in etichetta non sarà mai riportata questa informazione.
Come fare allora? Io parto da un ragionamento. I dolci non erano onnipresenti nella nostra alimentazione quotidiana. Ogni giorno consumiamo zuccheri (merendine, snack, barrette…) senza rendercene conto, eppure storicamente non è stato sempre così. Durante le feste natalizie si indulgeva a tavola perché pietanze elaborate e dolci burrosi erano riservati per le ricorrenze speciali. Le festività, appunto. Che capitano una volta l’anno. Partendo da questa premessa sulla quantità, ricordiamo di mettere sulla nostra tavola la qualità: i dolciumi confezionati con grassi scadenti, infarciti di additivi e dolcificanti non sono buoni e nemmeno salutari. Evitiamo di acquistare panettoni con innumerevoli quanto inutili ingredienti come Latte e derivati oppure Oli vegetali, Olio di Palma, E200, E417. E se dovessimo aggirarci smarriti tra gli scaffali del supermercato, esistono in ogni città pasticcerie e forni tradizionali: proviamo a rivolgerci ai nostri artigiani per l’acquisto di dolci e leccornie natalizie.

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